Chi siamo
L’Istituto "Mons. A. Pinto" di Vallo della Lucania è una scuola cattolica paritaria inserita a pieno titolo nel Sistema Nazionale di Istruzione, presente sul territorio dagli inizi del ‘900 e comprende:
- Scuola dell’Infanzia
- Scuola Primaria
La Scuola Primaria Paritaria "Mons. A. Pinto", come scuola cattolica, ha una lunga e ricca tradizione che risale alle origini dell'Istituto fondato dal canonico Alfredo Pinto nel 1927. Inizialmente intitolato a “Padre Donato Pinto”, solo dal 1957 ha assunto l’attuale denominazione. L'Istituto nasceva in risposta alle necessità del territorio e alla vocazione educativa del giovane sacerdote vallese. Il suo scopo principale, ieri come oggi, rimane l'educazione umana, civile e religiosa dei suoi giovanissimi frequentanti.
Si propone come ambiente sereno ed accogliente, nel quale i docenti si pongono con amore e competenza a servizio dei bambini per promuoverne la crescita armonica in collaborazione con la famiglia.
I principi ispiratori:
- Garantire il clima di benessere
- Aiutare a dare un senso ed un significato alla crescita dell’individuo
- Sviluppare armonicamente la persona umana nella sua integralità
- Promuovere la formazione di futuri cittadini
- Formare l’uomo e il cittadino nel quadro dei principi affermati dalla Costituzione.
- Formare l’uomo e il cittadino anche secondo le Dichiarazioni Universali dei Diritti.
- Operare per la comprensione e la cooperazione con gli altri popoli.
- Contribuire a rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana.
- Favorire il superamento delle disuguaglianze di opportunità nel processo di scolarizzazione.
- Promuovere la prima alfabetizzazione culturale tenendo conto anche dei nuovi linguaggi.
- Promuovere la continuità del processo educativo anche mediante momenti di raccordo pedagogico, curricolare ed organizzativo tra Scuola dell’Infanzia, Primaria e Secondaria di primo grado.
Una scuola ad indirizzo europeo
L’Istituto Mons. A. Pinto è una scuola paritaria cattolica ad indirizzo europeo.
La società contemporanea è dominata, non solo dai continui mutamenti nel campo economico e sociale, ma soprattutto dalla straordinaria diffusione dei nuovi veicoli di comunicazione; ogni persona viene messa a contatto immediato con i più diversi linguaggi e con le più diverse culture del pianeta.
Questa immediatezza di linguaggi e contatti incide profondamente sullo sviluppo cognitivo emotivo e culturale di una persona fin dai primi anni di vita.
Ciò obbliga a ripensare non solo le finalità e le potenzialità della scuola ma anche i limiti e la stessa specificità della sua missione. La proliferazione dei saperi e delle opportunità degli apprendimenti determina che il compito formativo della scuola diventa ancora più decisivo.
Compito della scuola, pertanto, è diventato, non solo quello di trasmettere saperi, ma anche, e soprattutto, quello di sostenere i ragazzi, fin dalla fanciullezza, in tutte le fasi del loro sviluppo; e questo è vero soprattutto negli anni dello sviluppo e dell’età evolutiva. Infatti ciò che i bambini e gli adolescenti apprendevano a scuola, fino a pochi anni fa, era sostanzialmente il “tutto” dei loro apprendimenti. Ciò che, invece, oggi, bambini e adolescenti apprendono a scuola è solo “una parte”, una piccola parte, di ciò che apprendono “di fatto” nel corso delle loro giornate; purtroppo non è neppure la parte riconosciuta da loro come la più stimolante o la più coinvolgente. Succede che le conoscenze, gli apprendimenti il più delle volte, avvengono in modo frammentario e senza una coinvolgente prospettiva educativa. Di fronte a questa realtà difficile, forte è la tentazione di ridurre le finalità della scuola alla pura e semplice trasmissione di alcune competenze e di alcuni saperi di base.
Le molteplici opportunità degli apprendimenti devono, invece, diventare una risorsa. Sostenere i ragazzi e le ragazze nel loro sviluppo cognitivo vuol dire:
a) dare “ un senso” a tutte le loro esperienze scolastiche ed extra-scolastiche,
b) filtrare ed interconnettere le loro molteplici e personali esperienze, spesso squilibrate e confuse, verso una prospettiva futura, la futura comunità europea.
La scuola deve necessariamente unire ciò che è diviso e frammentario.
E’ una sfida inevitabile che la scuola deve vincere affinché le nuove generazioni, crescendo, possano dare un contributo concreto alla costruzione della società futura. Questa sfida parte necessariamente dai primi anni della vita scolastica perché favorendo, da piccoli, con piccole cose, l’integrazione dei saperi e dei comportamenti, si cresce sviluppando una mentalità multidimensionale, esattamente quella che chiamiamo Cultura Europea.
La scuola deve, pertanto, essere il luogo, il laboratorio, nel quale gli alunni, da piccoli fino a diventare grandi, non solo acquisiscono e apprendono apprendimenti, saperi e tecniche, ma costruiscono insieme agli Insegnanti gli strumenti culturali utili a dare senso ad una varietà di conoscenze ed esperienze che li porti a costruire la comune Casa Europea, quella dei Popoli e della Cultura condivisa.
L’Istituto Pinto, oltre a promuovere i principi dell’uguaglianza, imparzialità, accoglienza ed integrazione, si distingue per l’attenzione alla cultura europea ed interculturale dell’insegnamento, attraverso progetti formativi centrati sulla valorizzazione delle possibilità, delle competenze e delle differenze. Le bambine e i bambini, fin da subito, sono guidati mediante una didattica attiva allo studio delle lingue straniere, privilegiando la conversazione e il dialogo in varie situazioni comunicative.
La passione e le motivazioni delle Insegnanti e delle Famiglie, permettono di portare avanti il progetto di far vivere bene gli allievi nel loro tempo, facendo emergere le meravigliose potenzialità di ognuno, indicando loro il vero senso della vita. I principi evangelici ispirano la metodologia educativa e definiscono le mete finali.
Tutta la comunità educativa, infatti, si propone come famiglia, gli allievi trovano in essa il clima accogliente di una casa loro. Si promuovono attività di tempo libero per favorire occasioni, anche tra le famiglie, di incontri e di collaborazione. L’educazione, nel suo insieme, è vista come momento di evangelizzazione: aiutare a crescere per essere onesti cittadini e buoni cristiani.